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Ospedale senza personale a Gela, stop al gruppo operatorio

«Sguarnito l’organico a vantaggio di piccole strutture che andrebbero soppresse, quali i presidi di Niscemi e Mazzarino»

GELA. Sospese le attività del gruppo operatorio del presidio ospedaliero «Vittorio Emanuele» per mancanza di personale. Fino al prossimo giovedì sarà garantita solo l’attività chirurgica urgente e non differibile, quella che non consente il rinvio e il trasferimento presso altre strutture sanitarie del territorio.

Il provvedimento adottato da Luciano Fiorella, direttore del presidio ospedaliero di via Palazzi, è stato diramato al personale medico tramite una circolare. La vicenda va avanti ormai dalla scorsa settimana. Anche il personale in forza presso il gruppo operatorio è stato dirottato verso i reparti che ne fanno richiesta per colmare, a loro volta, gli organici ridotti al lumicino. Due degli otto infermieri sono stati associati presso l’unità di Medicina accettazione urgenza (Mcau - Pronto soccorso), diretta da Gaetano Orlando, mentre altre tre unità, ieri, sono state richieste in Ginecologia. A farne le spese sono i soliti pazienti ricoverati nelle diverse unità operative e in attesa di essere sottoposti ad un intervento chirurgico inserito nell’attività programmata di routine. Intanto la segreteria sindacale nazionale del Nursind, retta da Andrea Bottega, ha proclamato una giornata di sciopero per fare luce sulla vertenza del personale infermieristico e del comparto sanità.

«Chiederemo agli infermieri di non inginocchiarsi – ha detto il segretario nazionale - e scendere a manifestare il loro disagio nelle piazze per opporci al mancato finanziamento della contrattazione nazionale e aziendale».

«Non abbiamo aderito allo sciopero indetto dal Nursind – interviene Angelo Ietro, segretario di comparto della Cisl – perché siamo convinti che le priorità, in questo momento, per la categoria infermieristica, sono altre. Il blocco dell’attività ordinaria del gruppo operatorio del «Vittorio Emanuele» è causato dalla necessità di garantire qualcos’altro – accusa – anziché potenziarlo come previsto dal piano regionale di programmazione del distretto Cl2».

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