CALTANISSETTA. Nuovo atto della scandalo del cemento. Che in questo filone d'inchiesta, una costola del dossier madre, ha trascinato nell'occhio del ciclone altri due nomi. Due tecnici della «Calcestruzzi spa» finiti al centro di un dossier curato dai sostituti procuratori Onelio Dodero ed Elena Caruso.
A loro,il trentaseienne Nunzio Anello (assistito dagli avvocati Danilo Tipo e Raffaello Falagiani) e il cinquantunenne Mario De Luca (difeso dall'avvocato Maria Donata Licata), la procura ha contestato un ventaglio d'ipotesi di reato, tutti in concorso, che vanno dalla truffa, alla frode in pubbliche forniture con l'aggravante di avere favorito la mafia e, ancora inadempimento di contratto di pubbliche forniture. Queste le imputazione che i magistrati contestano ai due sospettati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio.
L'indagine, più in dettaglio, ha preso in esame una delle opere pubbliche finite nella bufera per l'inchiesta di carabinieri e guardia di finanza ribattezzata «Doppio colpo». In particolare il Porto isola - diga foranea di Gela, opera che sarebbe passata per una manipolazione nella fornitura con conglomerato impoverito. Con minore quantità di cemento, è emerso dalla tesi accusatoria.
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