CALTANISSETTA. Le discariche comunali del comprensorio gestite dal disciolto Ato, anche quelle dismesse, continuano ad essere fonte di guai per amministratori comunali e tecnici che si sono alternati nella conduzione di questi siti. Sotto i riflettori della sezione Ambiente della Procura dopo la discarica del capoluogo (a Stretto Giordano) è finita quella intercomunale di contrada "Martino" alle porte di Serradifalco chiusa da anni perchè ormai. E ad originare l'inchiesta, sfociata adesso nell'emissione di una serie di avvisi di garanzia, sono state le ripetute denunce di un allevatore della zona (l'ultima in ordine di tempo lo scorso agosto) che ha lamentato la moria di qualche bestiame e l'inquinamento diffuso in un terreno di sua proprietà.
Dalle segnalazioni sono partiti controlli a tappeto affidate ai carabinieri continuati la scorsa settimana e affidati a consulenti esterni. Per la discarica di contrada "Martino" informazione di garanzia per gli amministratori dell'Ato Elisa Ingala ed Enrico Vella, per il tecnico Salvatore Rumelo, per il direttore tecnico Sergio Montagnino, per il responsabile della gestione della discarica Graziano Scontrino, per l'impiegato dell'Ato Salvatore Buttigè; per le altre due discariche di dimensioni più ridotte rispetto a quella di Martino e comunque chiuse da tantissimi anni informazioni di garanzia per il sindaco Giuseppe Dacquì e per il responsabile del'ufficio tecnico Michele D'Amico.
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