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Falsi braccianti a Caltanissetta: dopo la condanna in due vanno in carcere

CALTANISSETTA. Alle condanne definitive in Cassazione seguono gli arresti. Che la procura generale ha disposto nei confronti di un commercialista e un imprenditore coinvolti nello scandalo dei falsi braccianti. Vicenda giudiziaria che appena appena tre giorni fa s’è conclusa con il verdetto inappellabile della Suprema Corte che li ha riconosciuti colpevoli di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, emissione di false fatture, truffa e falsità in atti. Gli ordini di carcerazione, maturati nella scorse ore, hanno interessato il commercialista Giuseppe Bordonaro e l'imprenditore Calogero Scarantino, entrambi condannati in appello, come in primo grado, a sei anni ciascuno. E per l'entità della pena a carico dei due (assistiti, rispettivamente, dagli avvocati Maria Teresa Consaga e Giacomo Vitello) il provvedimento restrittivo è divenuto esecutivo.

Non per gli altri due imputati dello stesso processo, gli imprenditori Pietra Di Fazio e Giuseppe Farinella (difesi, nell'ordine, dagli avvocati Giuseppe Dacquì e Walter Tesauro) che hanno rimediato 4 anni ciascuno e per i quali, su richiesta della difesa, la pena è stata sospesa in attesa dell'applicazione dell'indulto a cui potranno accedere passando per una riduzione di un anno.
Per gli altri due coimputati, invece, il verdetto ha reso esecutive le condanne che affondano le radici in una maxi inchiesta della guardia di finanza andata avanti per un anno e più. E di cui i quattro sono stati considerati i personaggi chiave dell'intero sistema ipotizzato dalla stessa accusa.
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