CALTANISSETTA. Diversi detenuti, si parla di una decina, avrebbero chiesto di parlare spontaneamente e autonomamente con i magistrati nisseni che si occupano delle indagini sulle stragi del 1992. Lo hanno fatto inviando lettere alla Procura nissena. Ma su uno di loro, e la richiesta di rendere dichiarazioni ai pubblici ministeri nisseni è arrivata tramite il suo avvocato, si è accentrata l’attenzione. Si tratta di un pentito napoletano, l’ultimo in ordine di tempo, che potrebbe dare un contributo alle indagini sulla stragi mafiose di Capaci e di via D’Amelio.
È stato interrogato nelle ultime ore dai magistrati di Caltanissetta. Sono andati a sentirlo, in una località segreta, il capo della Procura Sergio Lari e l’aggiunto Domenico Gozzo. Il pentito, del quale viene mantenuta segreta l’identità, così come le sue dichiarazioni le quali sono coperti dal segreto istruttorio, è stato interrogato per diverse ore. Al termine dell’interrogatorio il procuratore Sergio Lari si è limitato a dire che «le sue dichiarazioni sono interessanti». La «trasferta» dei magistrati nisseni dopo che l’avvocato del collaboratore di Giustizia si è messo in contatto con la Procura nissena e avvenuta martedì scorso, procuratore capo e aggiunto hanno ascoltato per ore le dichiarazioni dell’ex camorrista. Il pentito napoletano, un tempo boss dei Casalesi, avrebbe parlato derelato, ovvero di ciò che avrebbe saputo sulle stragi prima di essere arrestato, ma anche di ciò che avrebbe sentito durante la sua detenzione prima di intraprendere il percorso collaborativo con la Giustizia.
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