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Mussomeli, chiude il convento: la Cgil difende i frati

Il sindacato si mobilita per il cappellano dell’ospedale padre Antonio Caruso e gli altri confrati di San Francesco. Lettera accorata ai vertici religiosi

MUSSOMELI. La Cgil in difesa del cappellano dell'ospedale padre Antonio Caruso e degli altri frati conventuali che rischiano di andare via a causa della probabile chiusura del convento di San Francesco. Il segretario della Camera del lavoro Salvatore Cardinale, in accordo con i rappresentanti sindacali Lillo Polito e Giuseppe Butticé, ha inviato un'accorata lettera al ministro generale dei conventuali d'Italia frà Marco Testa e per conoscenza al vescovo di Caltanissetta monsignor Mario Russotto.

"In questi giorni- si legge nella missiva- è arrivata la notizia che lei in qualità di padre provinciale dei francescani ha deciso di ritirare i frati dal convento di Mussomeli e questa notizia, come era ovvio, ha rappresentato un duro colpo per l'intera popolazione mussomelese ma anche dei paesi vicini. Mi risulta difficile comprendere al momento quali siano le reali motivazioni che hanno determinato in lei tale decisione ma resta il fatto che l'intera comunità mussomelese senza i frati perderebbe un pezzo del suo cuore e della sua anima". Per i rappresentanti della Cgil dopo oltre 300 anni di presenza nella comunità gli attuali frati, padre Antonio, padre Luigi e padre Cherubino, "sono gli ultimi testimoni di una storia secolare che rischia di concludersi tristemente. In particolare padre Antonio Caruso, che ricopre anche l'incarico di cappellano ospedaliero, ha saputo instaurare un intenso rapporto di collegamento e di vicinanza non soltanto con i pazienti e i loro familiari ma anche con il personale ospedaliero, medico, infermieristico ed amministrativo.

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