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Riciclaggio, rinviati a giudizio tre nisseni e due imprenditori di Avola

CALTANISSETTA. Rinviati a giudizio tre ex dipendenti nisseni  del Gruppo Di Vincenzo e due imprenditori di Avola, accusati a vario titolo di riciclaggio e trasferimento fraudolento di beni.  Secondo l’accusa, i  cinque  avrebbero effettuato operazioni finanziarie sospette per la cessazione di un ramo d’azienda per conto del costruttore nisseno Pietro Di Vincenzo, ex presidente dell’Ance Sicilia, e creato fondi sommersi facendoli confluire in decine di libretti di risparmio. Il Gup, Francesco Lauricella, ha rinviato a giudizio i nisseni Lucio Cancemi, Michele Dell’Utri, Davide Abbate e gli imprenditori avolesi Giuseppe e Rodolfo Sirugo, rispettivamente padre e figlio. Ad assistere i cinque, Massimiliano Bellini, Pietro Pistone, Boris Pastorello, Alberto Salpietro, Antonio e Bruno Leone.

Gli ex collaboratori dell’imprenditore nisseno sono accusati di concorso in riciclaggio, perché avrebbero fatto confluire circa 400 mila euro, in decine di libretti di risparmio al portatore. Si tratta di 55 libretti intestati a prestanome, alcuni dei quali sarebbero nomi di fantasia e altri ad alcuni dipendenti dell’impresa Di Vincenzo. Sarebbero stati stornati così fondi che la Procura ha ritenuto frutto di operazioni inesistenti provenienti dalla contabilità ufficiale.

Giuseppe e Rodolfo Sirugo, sono invece accusati della cessazione fittizia della “Novacostruzioni Srl”, una società che inglobava il venti per cento dell’allora Nissambiente, un’associazione temporanea di imprese impegnata nel servizio di raccolta dei rifiuti a Caltanissetta. Per gli inquirenti, Di Vincenzo era socio occulto della ditta. Il processo si aprirà il prossimo 13 gennaio davanti al Tribunale collegiale di Caltanissetta.

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