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Caltanissetta, lo scandalo dell'Ipab: sconto di pena per due

Drastica riduzione delle condanne comminate all’ex presidente e l’allora direttore della casa di ospitalità per anziani «Canonico Pagano»

CALTANISSETTA. Netto colpo di forbice alla pena per gli ex vertici dell’Ipab. Un taglio drastico che ha ridotto, e di parecchio, la condanna per i due imputati in appello. Entrambi tirati in ballo per abbandono d’incapaci. È di un anno la condanna nei confronti del direttore della struttura sancataldese, Claudio Giuffrè (difeso dagli avvocati Ennio Sagone e Giuseppe Guttadauria) a fronte dei tre anni e mezzo in primo grado. È sceso agli attuali 6 mesi, invece, il presidente della stessa struttura, Alfredo Mannella (difeso dall’avvocato Giuseppe Dacquì) pure lui condannato a tre anni e mezzo nel precedente procedimento. Entrambi hanno beneficiato della pena sospesa e, in più, l’ex presidente anche della non menzione.  Questo il pronunciamento emesso ieri dalla corte d’Assise d’Appello presieduta da Maria Giovanna Romeo (relatore Aldo De Negri) mentre pg Fernando Asaro ha proposto la pena a sei anni, così come in primo grado il pm. E il perchè è presto spiegato. I due, ora come allora, sono stati ritenuti responsabili di abbandono d’incapaci, ma sono stati assolti per la morte di una pensionata - Vincenza Torregrossa, ospite della struttura - ritenendo che a carico dei due non siano emersi profili di responsabilità per il decesso dell’anziana. Da qui la richiesta di pena, assai più severa, avanzata dalla procura generale. Ma alla fine il quadro delle imputazioni è rimasto immutato. È scesa l’entità della pena perché se in primo grado è stato comminato agli imputati il massimo previsto, adesso si è scesi al minimo.Restano immutate la statuizioni.

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