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Caltanissetta, il destino delle Vare divide i "detentori"

CALTANISSETTA. Accettare tutte le condizioni della Soprintendenza e trasferire i gruppi sacri al museo oppure no? Il dilemma, oggi più che mai, serpeggia fra i detentori delle Vare dopo la dura sferzata del vescovo Mario Russotto che si è tirato fuori da una vicenda nella quale era stato trascinato dai detentori stessi. La Curia si defila, ma resta sempre attenta all'evolversi degli eventi. Il fronte dei detentori non è più compatto come un tempo. Cinque di loro, ovvero proprietari e gestori di Scinnenza (abbigliamentisti aderenti a Confcommercio), Pietà (banca San Michele), Cireneo (famiglia Cannarozzo), Ecce Homo (ortofrutticoli) e Sinedrio (municipio), sono pronti a firmare la convenzione e trasferire le opere dei Biangardi nel museo ex Gil. Addirittura penserebbero di farlo prima della prossima Pasqua. E' un passo importante in una telenovela infinita costellata da colpi di scena, dalle polemiche, comunque dalla impossibilità di trovare una soluzione che metta tutti d'accordo. "Non ho nulla da commentare" ha dichiarato il presidente dell'associazione giovedì santo Roberto Morgana: "Sono fermo all'incontro di dieci giorni fa - ha aggiunto - a Palazzo del Carmine dove abbiamo esposto le nostre ragioni. Attendiamo ancora una risposta dalla Soprintendenza ma dal canto nostro abbiamo mostrato sempre ampia disponibilità a trasferirci al museo".

Adesso, però, il tempo stringe inesorabilmente e la prospettiva che le Vare non possano più rientrare a San Pio X dove si trovano custodite comincia a prendere sempre più consistenza soprattutto dopo il comunicato della Curia nel quale il vescovo ha affermato di voler prendere nettamente le distanze da una faccenda che si si trascina ormai da troppo tempo. Ma qualcuno, sotto traccia, si sta muovendo per trovare alternative sia al museo che ai locali di San Pio X le cui chiavi da tempo sono state consegnate al vescovo. Le Vare in questo momento non possono essere visitate e recentemente una comitiva di cinquanta persone è rimasta dietro il cancelli. Tutta la partita si gioca sui centimetri. Sembra un paradosso se si pensa che per ristrutturare la palazzina di via Napoleone Colajanni sono stati spesi un milione 100mila euro con il rischio concreto che possa trasformarsi in una cattedrale nel deserto. I centimetri sono poi quelli che separano le Vare l'una dall'altra all'interno del museo secondo la planimetria della Soprintendenza. I gruppi sembrano attaccati fra loro mentre la passerella centrale per i visitatori misura appena tre metri. Sono rilievi tecnici che i detentori delle Vare avevano avanzato in tempi non sospetti ma dei quali non è stato tenuto in debito conto.

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