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Riesi, contrasse l'epatite dopo la trasfusione: risarcita

I giudici della Corte di Appello di Caltanissetta hanno condannato il ministero della Salute a rimborsare una donna che durante le terapie fu infettata dal virus

RIESI. La sezione del lavoro della Corte di Appello di Caltanissetta ha accolto il ricorso dell’avvocato Giuseppe Di Legami, in favore di una donna, che ha contratto dopo 2 trasfusioni di sangue l’epatite C. Ora la sessantenne di Riesi, danneggiata dalla sanità, riceverà l’indennizzo da parte del Ministero della Salute.

La Corte, oltre a riconoscere la sussistenza del nesso causale tra una trasfusione ed il virus dell’epatite C contratto, ha condannato il Ministero a indennizzare la donna ed al pagamento delle spese processuali. Una lunga vicenda iniziata nel 2002, quando la sessantenne che aveva scoperto di aver contratto l’epatite C dopo una trasfusione ematica risalente al 1992, si rivolse al legale per fare causa al Ministero della Salute. Dall’esito della relazione del Consulente tecnico d’ufficio (Ctu) nominato, però era emersa una bassissima percentuale di probabilità di contagio. La domanda viene rigettata. Ma la donna ed il suo legale non si arrendono e si appellano alla sentenza di primo grado.

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