GELA. Dopo «Palazzo d'Orleans», si sposta a «Palazzo dei Normanni» la protesta con le casse da morto del professore niscemese, Giuseppe Maida, che, giovedì prossimo, affiancato da Rosario Ristagno, presidente dell'associazione di volontariato «Prociv», resterà disteso, dalle 8 alle 20, in una bara per chiedere lo smantellamento delle antenne americane del sistema satellitare «Muos», ritenuto nocivo alla salute.
Maida e Ristagno chiedono ai gruppi parlamentari dell'Ars di far valere la deliberazione dell'8 gennaio del 2013 con cui 83 deputati regionali su 90 si pronunciarono contro il Muos, che sorge nell'area protetta della sughereta di Niscemi. Si sollecita la revoca dell'autorizzazione regionale ai lavori concessa dall'ex governatore Lombardo, ritirata e poi ripristinata da Crocetta.
La ripresa della protesta dei due attivisti e dei movimenti «No Muos» è scattata dopo che il ministero della difesa ha impugnato davanti al consiglio di giustizia amministrativa (Cga) la sentenza con cui il Tar il 13 febbraio scorso ha dichiarato irregolare l'installazione delle tre parabole satellitari perchè avvenuta senza le necessarie autorizzazioni amministrative.
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