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Mafia: sei condanne confermate, cade una confisca a Campofranco

La sesta sezione penale della Cassazione ha pure escluso la confisca dell’impresa di Angelo Calogero Modica e della moglie, Rosalia Rita Nicastro, che era stata sequestrata con altre al momento del blitz

CALTANISSETTA. Sei condanne confermate, di cui tre dovranno passare per la rideterminazione, due annullate con rinvio per un nuovo processo e divengono definitive due assoluzioni. Nel gran calderone anche l’esclusione della confisca di un’impresa. Questa, nei ”numeri” la sentenza emessa dalla sesta sezione penale della Cassazione per i dieci imputati del processo antimafia «Grande Vallone». Che, quanto al verdetto, passa per precisi distinguo.

Erano e rimangono definitivamente assolti, Gaetano Caltabellotta di Campofranco (difeso dagli avvocati Nino Gaziano e Giuseppe Barba) contitolare del motel «La fazenda» e, ancora, Paolo Falcone di Montedoro (assistito dall’avvocato Rossella Giannone) entrambi accusati di associazione mafiosa e sui quali pendevano richieste di pena, rispettivamente a sei ed a nove anni. Ma il rigetto del ricorso presentato dalla procura generale nissena ha messo in ghiaccio le loro assoluzioni.

Annullate totalmente, ma con gli atti che andranno alla corte d’Appello per un nuovo processo, le condanne nei confronti del campofranchese Alfredo Schillaci (difeso dall'avvocato Impellizzeri) che si era visto infliggere quattro anni e otto mesi per mafia e per Rosalia Rita Nicastro (assistita dall'avvocato Ninni Reina) che aveva rimediato un anno e sei mesi per intestazione fittizia di beni.

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