CALTANISSETTA. Il copione è di quelli triti e ritriti. Perché per ogni acquisto online il ”bidone” può nascondersi dietro l’angolo. È un rischio che va messo in conto. E i casi, negli ultimissimi anni, sono cresciuti esponenzialmente. Anche questa vicenda giudiziaria, finita al centro di un dossier, ricalca il leitmotiv di tante altre storie. Con un venditore su internet, un acquirente che scuce i quattrini e poi il ”tappo”. Questi sono gli ingredienti di questa storia che ha finito per trascinare nei guai una donna quarantenne, A.A. (difesa dall’avvocato Deana Scarpulla), nei confronti della quale è scattata l’ipotesi di truffa. Perché avrebbe intascato i soldi di un oggetto venduto online, ma non l’avrebbe mai spedito. O, almeno, il compratore, G.F., che poi ha presentato una denuncia ai carabinieri, non ha mai ricevuto più nulla. E non ha impiegato molto tempo per intuire che era finito in trappola. È normalmente che tutto è cominciato. Con una inserzione lanciata in rete su uno dei siti di aste online più diffusi al mondo. Lì, su quella vetrina elettronica internazionale, la donna ha messo in vendita un personal computer usato. Anche il prezzo sarebbe stato modesto. L’inserzione sarebbe rimasta attiva qualche giorno fin quando, alla scadenza, uno dei partecipanti all’asta si è aggiudicato l’oggetto. Convinto sia dallo stesso articolo che dal costo raggiunto dopo il gioco al rialzo.
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