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Truffe allo Stato, il «re delle slot» alla sbarra a Caltanissetta

L’imprenditore Matteo Allegro, ritenuto l’anima dell'inchiesta, va in appello insieme a suoi ex collaboratori e un assistente capo di polizia

CALTANISSETTA. Il "re delle slot" torna sotto processo. E con lui anche un poliziotto assolto in primo grado, un altro imputato uscito anch'egli indenne dal precedente passaggio in aula e un quarto invece condannato. Sono tra i coinvolti nella maxi inchiesta su presunte truffe allo Stato con slot a machine truccate. Mega indagine che ha trascinato nel vortice quasi una sessantina d'imputati, quaranta dei quali condannati non più tardi di tre giorni fa dal tribunale che li ha giudicati con il rito ordinario. I quattro ora chiamati in appello, invece, hanno scelto la via dell'abbreviato.

A cominciare proprio da colui che è ritenuto l'anima dell'intera inchiesta curata dalla Squadra mobile e ribattezzata "Les jeux sont faits", ovvero il trentacinquenne Matteo Allegro (difeso dall'avvocato Dino Milazzo) imprenditore nel settore dei videogames e attorno alla cui attività si sarebbe poi sviluppata l'intera inchiesta svelando presunti intrecci che avrebbero coinvolto - per l'accusa - poliziotti, finanzieri, un vigile urbano, baristi, gestori di sale gioco e circoli ricreativi.

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