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Prestiti a tassi da «cravattaro», va alla sbarra a Caltanissetta

L’uomo è chiamato a sedere sul banco degli imputati per rispondere delle pesanti accuse di usura e tentata estorsione

CALTANISSETTA. Usura e tentata estorsione. Sono le imputazioni da cui sarà chiamato a difendersi sull’onda di un’indagine della Squadra mobile che nel febbraio dello scorso anno ha fatto scattare due ordinanze di custodia cautelare, con la concessione dei domiciliari, a carico di altrettanti indagati. Tirati in ballo, a vario titolo, per usura tentata estorsione e peculato. Ma le loro strade, dal punto di vista processuale, si sono scisse.

È in attesa di giudizio il cinquantacinquenne Angelo Collodoro (difeso dall'avvocato Danilo Tipo) chiamato al cospetto del tribunale presieduto da Antonio Napoli. Mentre ha scelto la via del rito abbreviato un suo sospetto complice sul quel pende già una richiesta di condanna a quattro anni e quattro mesi di reclusione, avanzata dal pubblico ministero Sofia Scapellato. A fronte di una proposta assolutoria sollecitata dal suo difensore, l’avvocato Giuseppe Dacquì.

 

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