CALTANISSETTA. La droga, in un linguaggio in codice, veniva indicata nei modi più svariati. Ora come cibo, altre come oggetti vari o animali. Ed è nel vortice di questa inchiesta antidroga che sono finiti. Legata in qualche modo alla maxi operazione ribattezzata "Cobra due". Indagine, la successiva, curata dal sostituto procuratore Santo Di Stefano che ha acceso i riflettori su una presunta organizzazione di trafficanti di stupefacenti. Attorno alla quale avrebbero gravitato sospetti pusher. Nella fase embrionale gli inquirenti, infatti, hanno ipotizzato l'esistenza di una rete organizzata che movimentava partite di stupefacenti. E tra arresti, scattati un paio di anni fa sull'onda delle indagini condotte dalla Squadra mobile e iscrizioni nel registro delle notizie di reato, sono stati oltre una decina i coinvolti. Ma poi, in una ulteriore propaggine, altre posizione sono passate per una differenziazione. E per tre di loro è successivamente scattata l'imputazione. Sono il venticinquenne Salvatore C. (assistito dagli avvocati Walter Tesauro ed Alberto Fiore), il trentanovenne Marcello T. (difeso dagli avvocati Boris Pastorello ed Alberto Salpietro) e il trentunenne Michele Claudio M. (assistito dall'avvocato Michele Ambra).