RIESI. L’eredita della buonanima aveva finito per trascinarlo in un’aula di tribunale. Per un lascito conteso, ma con risvolti della vicenda singolari. Già perché lui, che dalla sua Riesi mancava da un ventennio, nel momento in cui s’è ritrovato proprietario della casa del nonno, è tornato in paese. E lì, in quella casa che gli era stata donata dall’anziano parente morto, v’era tanta roba dentro, compreso un cane. Ma lui aveva cambiato la serratura alla porta. Lì, però, da parecchi lustri vi abitava la cugina, che aveva pure a lungo accudito l’anziano nonno prima che morisse.
A quel punto il braccio di ferro è scivolato in un contesa giudiziaria sull’onda della denuncia presentata dalla donna riesina nei confronti del parente emigrato al Nord.
Risultato: adesso l’accusa più consistente che era scattata sul capo di Giuseppe B. (difeso dall'avvocato Michele Micalizzi), ovvero la presunta violazione di domicilio, è caduta. Sì, perché il giudice Marco Sabella lo ha assolto da questo capo d’imputazione. Di contro è scattata la multa a suo carico per l’ipotesi di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, perché prima di sostituire serratura e lucchetto avrebbe dovuto farsi autorizzare da un giudice. Ma l’imputato se l’è cavata sborsando un paio di centinaia di euro. A tanto ammonta la multa che gli è stata inflitta con il pronunciamento.
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