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Truffe allo Stato con slot machine, processo a Caltanissetta

CALTANISSETTA. In tre tornano alla sbarra per l’inchiesta «Les jeux sont faits» incentrata su presunte truffe alla Stato. Sono i soli, coinvolti nella maxi operazione della Squadra mobile, che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. A cominciare dall’imprenditore trentacinquenne Matteo Allegro (difeso dall’avvocato Dino Milazzo) che dal primo processo ne è uscito con la condanna a 12 anni, 2 mesi e 20 giorni per concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con violenza e minaccia aggravata dai metodi mafiosi e frode informatica.

Torna sul banco degli imputati, ma su appello della procura, l’assistente capo di polizia penitenziaria Giuseppe Messina (difeso dall’avvocato Giuseppe Dacquì) accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ma assolto nel primo processo per «non avere commesso il fatto», mentre l’accusa aveva chiesto la sua condanna a sei anni e mezzo. Ultima imputazione per Marco Michele Talluto (difeso dall’avvocato Danilo Tipo) impiegato di una sala giochi di contrada Babbaurra, condannato a un anno e mezzo di reclusione per frode informatica.

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