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Morì in corsia a Mussomeli, tre medici in aula

MUSSOMELI. E' per un sospetto caso di malasanità che sono stati chiamati in giudizio. Sono tre medici dell’ospedale «Immacolata Longo» di Mussomeli a carico dei quali la procura nissena ha contestato l’ipotesi di omicidio colposo. Imputazione che affonda le radici nella morte di un paziente di Campofranco. È Antonio Calogero Scozzari deceduto nell’agosto di cinque anni fa.

Tre giorni dopo il ricovero in ospedale. L’indagine che ne è derivata, sull’onda dell’esposto presentato dai suoi familiari (assistiti dall'avvocato Rosario Di Proietto) ora nella veste di parte civile, ha trascinato tre nomi nel registro delle notizie di reato. Sono il responsabile del reparto di medicina generale dello stesso ospedale di Mussomeli, la sessantaduenne Maria La Sala, l’ex vice primario dell’unità operativa sempre di medicina, il sessantaquattrenne Mario Di Francesco che nel frattempo è andato in pensione e, infine la cinquantacinquenne Vincenza Sciarrotta (difesi dagli avvocati Pietro Sorce, Giuseppe Lomonaco, Jacopo Bonora e Michele Pellitteri).

Tutte e tre le posizioni, seppur passando per una differenziazione dal punto di vista delle singole specializzazioni professionali, sono accomunate da una unica imputazione: omicidio colposo. Questo è quanto ha ipotizzato nei loro confronti il pm Maria Carolina De Pasquale. Per un dossier che ha preso le mosse dalla voglia, da parte dei familiari della vittima, di fare chiarezza sull’accaduto. Tutto ha avuto inizio a fine luglio di cinque anni fa.

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