CALTANISSETTA. Inchiesta chiusa per tre sospetti manolesta. Che prima avrebbero ”agganciato” un’anziana carpendone la fiducia e poi l’avrebbero derubata in casa. E per questa vicenda, dai contorni un po’ foschi, la procura ha chiesto il processo per la sospetta banda. Lo stesso terzetto che nel settembre scorso è stato arrestato dai carabinieri, con il beneficio dei domiciliari, dopo un’operazione vecchio stile. Con tanto di appostamenti e camuffamenti da parte degli stessi militari che poi hanno fatto scattare i provvedimenti restrittivi a carico del trentottenne Massimo Tortorici (difeso dall’avvocato Giuseppe Dacquì), della sua compagna, la trentaquattrenne Antonella Pernaci (difesa dall’avvocato Maria Francesca Assennato) e la trentatreenne Gemma Cannizzo (assistita dall’avvocato Maria Stella Calabrese). Furto aggravato l’ipotesi accusatoria contestata a loro carico dal sostituto procuratore Santo Distefano. E che li condurrà al cospetto del gup Francesco Lauricella chiamato a vagliare le richieste della procura.
I tre nisseni, sospetti ladri in trasferta seppur con un distinguo tra i presunti ruoli, sono finiti nel mirino degli inquirenti sull’onda della denuncia presentata dalla ottantenne di Bompensiere, S.M., ex sindacalista. Che, però, sarebbe stata abbordata da una coppia mentre passeggiava a San Cataldo. Lì, tra una chiacchiera e l’altra, sarebbero riusciti a conquistare la sua fiducia. Fino a farsi dare da lei il suo numero di cellulare con la promessa che presto, prestissimo, sarebbero andati a trovarla a casa per una visita. E così è stato. Ma a un certo punto la ottantenne si sarebbe resa conto che dopo la visita degli altri dalla sua abitazione era sparita qualcosa: un po’ di soldi e qualche prezioso.
Così, d’intesa con i carabinieri, è stato preparato un appuntamento trappola con i sospettati che, nel frattempo, avevano promesso che sarebbero tornati a trovarla. E quell’incontro è stato fissato ancora in casa della pensionata. Ma questa volta con l’intera zona circostante controllata totalmente dai carabinieri. Che si sono mimetizzati tra la gente fingendosi clienti di un bar, o braccianti a lavoro e altri ancora si sono nascosti dentro un furgone. Comparendo come dal nulla, sono entrati in azione nel momento in cui la presunta banda ha lasciato la casa dell’anziana. E il terzetto è stato arrestato mentre era ancora in auto, davanti l’abitazione della malcapitata, in via Principe di Scalea. Con loro avrebbero avuto soldi e un po’ d’argenteria.
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