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Caltanissetta, le Vare esposte in... banca

CALTANISSETTA. L' idea circola da anni già dall' epoca della giunta Campisi. A riprenderla oggi, anche se timidamente, è l' amministrazione guidata da Giovanni Ruvolo che non ha mai fatto mistero di arrivare alla creazione di un museo non delle Vare ma dell' intera Settimana santa. E l' idea sarebbe quella di aprirlo nell' edificio che è stato fino a qualche anno la sede della Banca d' Italia.

Uno stabile, in verità, non bello a vedersi. Ai nisseni non è piaciuto ritenendolo un pugno nell' occhio in un contesto dominato da palazzi antichi e alcuni veramente di pregio. L' idea di trasformarlo in sede permanente della Settimana santa si era fatta largo quando in città era ancora viva la polemica sul destino dei grandi sacri per i quali la Regione aveva speso oltre un milione di euro per adattare alle esigenze di un museo l' edificio ex Gil diventato in pratica una cattedrale nel deserto per il deciso rifiuto da parte di possessori e proprietari di trasferivi la Vare dei Biangardi.

I gruppi sacri, oggi e per i prossimi tre anni, sono custoditi nei locali parrocchiali di San Pio X. Ma l' idea di far diventare un museo l' ex Banca d' Italia ha ripreso quota proprio in questo periodo soprattutto dopo il ritorno dell' Ultima Cena dall' Expo quando il sindaco ha parlato apertamente di dotare la città di una struttura che possa custodire e tramandare le tradizioni legate agli spettacolari riti pasquali nisseni. E in questo senso qualcuno ha indicato lo stabile di corso Umberto oggi in pieno abbandono di proprietà dell' istituto di emissione che ha manifestato nel tempo l' intenzione di cederlo. I primi approcci per la sua acquisizione risalgono ai tempi della giunta Campisi.

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