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Gela, manifesti funebri "annunciano" la morte della Raffineria

GELA. Dopo il deludente vertice svoltosi ieri a Palermo, nel corso del quale il presidente della Regione, Rosario Crocetta ha detto ai sindacati di essere impotente e che tutto dipende dal Governo nazionale, Gela si è svegliata tappezzata di singolari manifesti funebri con una vignetta raffigurante il cane a sei zampe dell'Eni che, con al fianco una valigia piena di soldi, va via da Gela, mentre dietro di sé lascia uno stabilimento che brucia.

"Oggi, 22 gennaio c.a., è venuta a mancare all'affetto dei suoi lavoratori dell'indotto metalmeccanico di Gela la signora raffineria di Gela, di Matteo Renzi, di anni 53. Con grande dolore ne danno il triste annuncio i saldatori, tubisti, elettricisti, radiologi, gruisti, apparecchiatori, ecc. (Grazie Rosario Crocetta)".

Intanto al protesta continua. Oggi è giunta al quarto giorno. I manifestanti dopo aver trascorso un’altra notte all’addiaccio, continuano a presidiare le strade di accesso alla città, per far sapere a tutti che Gela è in ginocchio con una fabbrica ferma oramai da oltre un anno e con un piano di riconversione che stenta a decollare mentre ad un migliaio di lavoratori dell’indotto non vengono più garantiti gli ammortizzatori sociali, scaduti alla fine del 2015.

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