BUTERA. Il comune si costituirà nel giudizio promosso da una inquilina, cui lo scorso 17 settembre era stata revocata l’assegnazione di un alloggio popolare, lei prima assegnato, perché per più di sei mesi non avrebbe pagato il canone l’affitto. A deciderlo la giunta municipale, nell’intento di proseguire la battaglia per «il rispetto del principio di legalità», in tema di alloggi popolari. Non soltanto nei confronti di chi li occuperebbe abusivamente.
In questo caso, si tratta di una assegnataria che, assistita dall’avvocato Carmelo Terranova, ha prodotto ricorso avanti al Tribunale ordinario di Gela, contro il comune di Butera, «per l’annullamento, previa sospensione dell’esecuzione», del provvedimento di revoca, emanato nel settembre dello scorso anno, «di assegnazione di alloggio popolare di proprietà del comune e consequenziale risoluzione di diritto del contratto di locazione». Per la giunta, presieduta dal sindaco Luigi Casisi, sussisterebbero «giuste ragioni, in particolare il rispetto del principio di legalità, per costituirsi in giudizio al fine di evitare l’accoglimento delle pretese avversarie da cui potrebbero derivare notevoli e rilevanti pregiudizi morali in danno degli aventi diritto ad un alloggio popolare, poiché utilmente collocati in graduatoria, e finanziari per la pubblica amministrazione, per il mancato pagamento dei canoni di locazione con evidente danno erariale». L’udienza per la comparizione delle parti è stata fissata per il 16 febbraio prossimo. L’incarico di difendere le ragioni del comune è stato conferito dal sindaco Luigi Casisi all’avvocata Laura Di Silvestre.
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