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Omicidio di Butera, definitiva una condanna

BUTERA. Carcere a vita definitivo per un riesino. Che avrebbe partecipato alle fasi preparatorie di un agguato. Poi consumato ma sbagliando bersaglio. La Cassazione, così com’era già avvenuto in precedenza per altri tre imputati, ha gelato anche le attese del quarantaduenne di Riesi, Gianluigi Volpe, già condannato all’ergastolo per l’uccisione del bracciante romeno Marinel Jipa, assassinato per errore la sera del 19 luglio del 2005 nelle campagne tra Butera e Riesi.

La Suprema Corte, dichiarandola inammissibile, ha negato la revisione del processo chiesta attraverso un ricorso straordinario, ritenendo «che il materiale probatorio non è sostenibile». Così da chiudere le porte in faccia al riesino. Esattamente com’era già avvenuto per altri tre suoi coimputati, due imprenditori di Butera, madre e figlio, lui condannato all’ergastolo mentre lei a ventidue anni di galera e, con loro, un altro riesino anch’egli inchiodato al «fine pena mai».
Anche loro si sono visti rigettare il ricorso straordinario dagli «ermellini» perché ritenevano che nel giudizio nei loro confronti fosse stato commesso un errore di fatto.

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