CALTANISSETTA. Un fulmine e ciel sereno. È l’effetto choc che le sue dichiarazioni spontanee hanno prodotto ieri in aula. Perché lui, l’impiegato Santo Calvino (difeso dall’avvocato Gianluca Amico) è alla sbarra, per due diversi dossier poi riuniti, perché accusato di avere raggirato un incapace in più occasioni. Inganno che, tra l’altro, si sarebbe concretizzato con un pignoramento fasullo. Creato, per l’accusa, ad arte.
E ieri, spiazzando tutti, anche la sua difesa, l’imputato ha sostenuto: «Mi ha suggerito tutto il mio legale». E il riferimento non è al suo difensore in questo procedimento penale, ma a un notissimo civilista. Un avvocato di fama.
Particolare, questo, che ha suscitato in aula ancor più clamore. Perché parte del processo che vede nella veste di parte civile il cinquantaduenne Giuseppe S. (assistito dall'avvocato Rosario Di Proietto) ruota attorno ad un pignoramento di oltre 30 mila euro che sarebbe stato creato ad hoc dall’imputato, con egli stesso nella parte di debitore e l’adesso parte civile in quella di creditore.
Con la trattenuta del quinto dello stipendio che sarebbe confluita nel conto del disabile per poi essere incassato dall’imputato. Così da chiudere le porte ad altri creditori. Che, nel caso specifico, sarebbe stato un altro avvocato ancora.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia