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Gela, i privati realizzano 23 chilometri di acquedotto

GELA. Parte a Gela un «acquedotto fai da te» tra iniziative private e polemiche pubbliche. Un migliaio di famiglie, con residenza permanente o stagionale, nelle zone balneari non urbanizzate di contrada Piano Marina e Manfria, hanno deciso di non aspettare più
l'intervento pubblico per dotare le loro zone di rete idrica e si sono riunite in consorzio, incaricando un'azienda privata, la «Divina Acquedotti srl» di Riesi, di costruire e gestire per 30 anni, in project financing, la condotta primaria e secondaria.

Ottenute le autorizzazioni, la ditta ha avviato i lavori di posa in opera dei 23 km di acquedotto, utilizzando un proprio investimento che ammonta a un milione e ottocentomila euro. Vi lavorano 14 persone e, grazie a un sistema che non prevede scavi in superficie ma interventi sotterranei con una «talpa» meccanica, l'opera sarà completata entro l'inizio della stagione estiva. A Piano Marina viene erogata già l'acqua.

Il comune di Gela, tramite il sindaco ex Cinquestelle Domenico Messinese, ha salutato con favore l'opera, che è stata presentata oggi ai cronisti nel corso di una conferenza stampa in municipio. Ma l'iniziativa ha anche sollevato dubbi sulla convenienza per gli utenti e polemiche perchè per le reti idrica e fognaria di Manfria, secondo il consigliere comunale del Pd Salvatore Gallo, che ha chiesto la convocazione dell'aula, esisterebbero somme pubbliche già impegnate pari a 5 milioni e 650 mila euro. Le «nuove iniziative privatistiche - scrive, Gallo - avrebbero indotto l'amministrazione attuale e gli enti interessati a rinunciare di fatto alle somme decretate, con conseguente danno erariale».

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