NISCEMI. Nuova protesta di Gianfranco Menzo, che ieri è tornato a salire sul tetto del Municipio, sporgendosi pericolosamente dal cornicione e minacciando di buttarsi giù. L'uomo, 33 anni, disoccupato cronico, chiede un lavoro o di poter vendere in maniera ambulante la verdura selvatica è le arance che trova nei campi abbandonati. Ma la legge è legge: nell'ultimo mese il giovane è incappato più volte nei controlli della Polizia Municipale che lo ha trovato sfornito di qualsiasi autorizzazione, con la macchina priva di assicurazione e di bollo pagato, tanto che i vigili gli hanno elevato una contravvenzione e sequestrato il mezzo assieme alla mercanzia. La lezione però non è bastata al disoccupato, che lamenta il suo stato di estrema indigenza.
«Sono disperato - dice - Non ho casa, nè lavoro e due bocche da sfamare: la mia e quella della compagna». Nei giorni scorsi, Menzo ha scritto al prefetto, raccontando la sua amara esistenza. «Ho cercato in tutti i modi - ha scritto al prefetto - di avere un lavoro che mi permettesse di vivere dignitosamente, ma non l'ho trovato. Tutti mi dicono che c'è la crisi. Ho solo svolto qualche lavoro in nero per pochi giorni. Non so come fare, sono senza casa (sono sfrattato dal padrone), non ho i soldi per pagare il gas, la luce e l'acqua. Non ho mai ricevuto un sussidio dal Comune. Quando mi capita di vendere qualche cassa di arance, i vigili mi sequestrano tutto, anche la macchina». «Vedo che si fa tanto clamore per i rifugiati e gli extracomunitari - ha concluso - per dare loro assistenza. Non capisco come mai io, che sono italiano, non ho neppure la dignità di un rifugiato». Da quella lettera Menzo si aspettava una risposta che non è arrivata. Così ieri, eludendo ogni sorveglianza, è risalito sul tetto del Municipio, deciso a non scendere se prima non avesse parlato con «una persona importante». Sul posto sono arrivati vigili urbani, polizia e carabinieri, assieme ai vigili del Fuoco volontari che hanno sistemato per terra i materassi gonfiabili. Amaro il commento del comandante la stazione dei carabinieri: «Non so più cosa fare per aiutare questo giovane. Gli avevo procurato un lavoro presso una azienda locale ma dopo un paio di giorni l'ha rifiutato. La settimana scorsa gli ho fatto avere a casa oltre 100 euro di spesa di alimenti di prima necessità. E l'ennesima volta lui torna sul quel cornicione!».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia