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Il caso dei loculi a Caltanissetta, indagine partita dopo la profanazione di una tomba

CALTANISSETTA. È dalla denuncia di profanazione al cimitero «Angeli» di una cappella privata, appartenente alla famiglia Lanzirotti, che ha preso vita il filone d’indagine legato al sospetto abuso d’ufficio per l’inchiesta sul presunto scandalo degli appalti al Comune, al centro del dossier ribattezzato «Perla nera». Poi sulla base di sopralluoghi effettuati dagli investigatori il 5 e 12 luglio 2012 è stato sentito a sommarie informazioni il direttore del cimitero, Vito Di Palma che, secondo gli stessi carabinieri e guardia di finanza, inizialmente avrebbe tenuto un rapporto collaborativo fin quando avrebbe ricevuto una chiamata dal suo dirigente, dai vertici dell’Ufficio tecnico comunale, interrompendo così bruscamente quella disponibilità mostrata fino a quel momento.

In quel frangente i militari avrebbero notato irregolarità, ritenute evidenti, nella tenuta dei registri di tumulazione e dei registri delle sezioni del cimitero. E per queste ragioni il 23 novembre 2012 a sommarie informazioni è stato sentito in procura lo stesso Di Palma che avrebbe fornito una serie di elementi chiarendo quali fossero le competenze del Comune, nella concessione delle aree per la costruzione dei loculi, nella gestione delle stesse aree e nella costruzione delle nicchie da parte dei privati.

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