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Serradifalco, il Ministero «chiude» il centro Sprar

SERRADIFALCO. Revocato dal Ministero dell' interno il progetto «Sprar». La tanto discussa iniziativa finanziata dall' Unione europea che, più di un anno fa, aveva portato a Serradifalco undici richiedenti asilo afgani. Su venticinque che ne erano originariamente previsti nel progetto. La soppressione ministeriale, però, non ha nulla a che vedere con le riserve sollevate, all' epoca dell' adesione del comune al progetto, da un comitato spontaneo sorto fra i residenti nella zona di via Baldassare, in un cui edificio era stato deciso di ospitare tutti quanti gli undici rifugiati. L' annullamento, invece, è legato a presunte criticità determinate da supposte incongruenze nel progetto.

Non meglio specificate né dall' assessora Teresa Marchese Ragona; né dalla presidente dell' associazione «Omnia academy» di Favara, cui era stata affidata la gestione del progetto, Mariella Castronovo. Così come non precisato è a chi sarebbero da imputate le presunte criticità. Se al Comune o all' associazione. Se non addirittura a tutti e due. Indiscrezioni, però, vorrebbero che, degli undici ospiti assegnati a Serradifalco, nell' abitazione di via Baldassare nell' ultimo periodo ne siano rimasti solo due.

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