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Il clan niscemese su Acate e Vittoria

NISCEMI. «Stanno bruciando una serra... se potete venire subito. Qua alla Picozza, ad Acate...è un’azienda agricola, un vivaio. Se potete mandarla urgentemente una squadra. Se è una cosa veloce, o qua s’addumano tutti i serri». La voce al centralino dei vigili del fuoco ragusani è quella di un testimone di un incendio. Ha visto le fiamme e teme che quel rogo possa propagarsi.

Uno dei tanti appiccati nelle campagne fra Vittoria ed Acate, nel Ragusano, da parte del gruppo di Cosa nostra di Niscemi che in quell’area, secondo gli investigatori avrebbe esteso in maniera pesante l’influenza della cosca Madonia per imporre guardianie nelle aziende, un «pizzo» pagato con assunzioni imposte per evitare danni alle aziende.

Dei sette arrestati la scorsa notte per il blitz «Guardian» uno Sebastiano Montalto si trova rinchiuso nel carcere di Augusta e due (Francesco Amato e Salvatore Di Pasquale) erano agli arresti domiciliari. Con Damiano Rizzo, Giacomo Cultraro, Giuseppe Ferrera e Giuseppe Pisano sono stati bloccati mentre facevano rientro dal posto di lavoro. Tutti gli arrestati, ad eccezione di Amato che è vittoriese, sono di Niscemi.

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