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Omicidio a Riesi, la confessione del figlio: "Ero disperato e l'ho ucciso"

Francesco Tabbì

RIESI. Mi aveva sparato, mi minacciava per strada, il suo atteggiamento violento mi faceva paura… si ho avuto paura». Era ancora profondamente turbato e sotto choc il ventottenne di Riesi, Rocco Tabbì quando, con al suo fianco l’avvocato Sergio Iacona che lo assiste, rispondendo ai magistrati di Caltanissetta ha ammesso, seppur non premeditatamente, di avere ucciso il padre, l’agricoltore cinquantasettenne di Riesi, Francesco Tabbì assassinato a colpi di pistola e fucile all’alba di sabato di due settimane fa in contrada Margio.

«Dopo che è uscito dal carcere – sarebbe stato il racconto del ragazzo riferendosi al padre - mi aveva danneggiato mezzi, capannoni, aveva rotto tutto… avevo denunciato tantissime volte ma mi sono sentito solo… non è successo niente. Ero esasperato, ho provato tutte le strade possibili, presentando un sacco di denunce ma mi sono trovato nell’impossibilità e poi mi aveva pure sparato». Sì perché il genitore, di recente, avrebbe fatto fuoco contro il figlio mancando il bersaglio. Tabbì junior, che fin da subito è finito al centro delle indagini dei carabinieri, è ancora sconvolto.

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