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SOMMATINO. Clonando buoni postali reali, con documenti taroccati avrebbero incassato i quattrini. Operazioni che, secondo la tesi degli inquirenti nisseni, sarebbe state rese possibili da una “talpa”. Un dipendente postale di Sommatino -centro del Nisseno - ritenuto compiacente.
Questi, in linee generali, i contorni di una serie di truffe che sarebbero state messe a segno ai danni d'ignare vittime. Il giro d’«affari» complessivo sfiorerebbe complessivamente il tetto dei seicentomila euro.
Sarebbero qualcosa come sedici le potenziali parti offese individuate dalla magistratura, a cominciare dalle stesse «Poste italiane spa» di Caltanissetta in persona del responsabile dei servizi finanziari e amministrativi e una quindicina di clienti. Ma nessuno ha scelto di costituirsi parte civile.
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