GELA. «La Regione siciliana nel fare le riforme applica un metodo «a convenienza», così succede che ad Enna, con appena 27.000 abitanti e ad appena 15 km dall’ospedale di Caltanissetta, si individuano 335 posti letto con 24 Unità operative complesse e 12 Unità operative semplici, mentre a Gela con 77.000 abitanti, i posti letto siano in totale 236 e appena 20 le unità operative complesse».
Lo scrive, criticando la nuova rete ospedaliera varata dalla Regione, il comitato per lo sviluppo dell’area gelese (Csag) che raggruppa una quarantina tra associazioni di volontariato e comitati civici.
In un lungo documento, corredato di tabelle di raffronto con numeri e percentuali, il Csag giudica inaccettabile che «Enna e Caltanissetta, con i loro 91.000 abitanti, abbiano le stesse strutture sanitarie di Palermo, Catania e Messina, che sono Città metropolitane».
Sostenendo poi che la nuova rete ignora i medi centri della Sicilia, le associazioni gelesi portano a esempio città come Gela, Marsala e Vittoria, definite vittime di "sprechi e ingiustizie», che «debbono far fronte alle cure sanitarie per i loro cittadini con molti meno posti letto, e Unità operative complesse, nonostante siano centri con maggiore popolazione e, nel caso di Gela, con patologie gravi insistenti a causa dell’industria presente in loco per decenni».
Il Csag perciò auspica che alla riforma vengano apportate le opportune modifiche ricordando all’Ars che «non siamo più più nel 1818, anno in cui sono state create le province siciliane: oggi la situazione economica, sociale, residenziale in Sicilia è radicalmente cambiata, qualcuno avvisi il governo regionale e l'assemblea che siamo nel 2017».
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