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Raid in procura a Caltanissetta, sospetti anche sugli uffici di Luciani

CALTANISSETTA. Vi è il sospetto, serio e fondato, che anche l’ufficio del sostituto della Dda nissena, Stefano Luciani, sia stato violato. Aspetto, questo, che se le indagini dovessero confermare renderebbe lo scenario ancor più inquietante.

Facendo il paio con il raid effettuato durante le festività pasquali nell’ufficio del procuratore aggiunto di Caltanissetta, Lia Sava. Dove tra venerdì e lunedì scorsi è stato acceso il personal computer – e le indagini stanno adesso accertando se dalla memoria sia stato rubato materiale informatico, file su inchieste in particolare – mentre un paio di piante sono state gettate per terra.

Ora anche nell’ufficio del pm Luciani, titolare come l’«aggiunto» Sava di delicatissime indagini sulle stragi di mafia del ’92 e altre scottanti inchieste, vi è il dubbio che qualcuno si sia intrufolato. Sempre nello stesso lungo ponte pasquale. Ed è pure saltata fuori una teoria secondo cui il raid nell’ufficio dell’aggiunto Sava possa essere stato una sorta di diversivo per nascondere il «passaggio» nell’ufficio del magistrato romano che attualmente sta rappresentando l’accusa al processo «Borsellino quater».

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