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Si uccise in cella a Caltanissetta, i familiari chiedono un milione

CALTANISSETTA. Un milione di risarcimento danni per il suicidio in cella di un detenuto. Sono i suoi familiari, sull'onda di due inchieste penali già concluse e archiviate, a reclamarli. Tirando in ballo ministero della Giustizia e dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Entrambi, nel persona del ministro e legale rappresentante pro tempore, sono stati citati al cospetto del tribunale civile di Caltanissetta che ha fissato udienza per fine settembre.

A puntare l'indice contro le istituzioni sono adesso i familiari dall’operaio quarantaseienne Giuseppe Di Blasi (assistiti dall’avvocato Massimiliano Bellini) che s’è tolto la vita il pomeriggio del 27 dicembre 2011 in una cella della casa circondariale di via Messina mentre stava scontando una condanna a diciassette anni.

Adesso madre, fratelli e sorelle – attraverso il loro legale – hanno citato in giudizio ministero e amministrazione penitenziaria chiedendo complessivamente un milione, o poco meno, di risarcimento danni.

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