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Spaccio di droga ed estorsioni a Caltanissetta, quattro processi dovranno rifarsi

La coda d’agosto regala il colpo di spugna alla pesantissima condanna che era piovuta sul capo di un presunto uomo d’onore. È stata la Cassazione - che ha vagliato ora 17 ricorsi - ad annullare con rinvio la precedente condanna per uno degli oltre sessanta imputati del maxi procedimento che ha inglobato le inchieste «Cobra», «Figaro» e «Giro di vite» su associazione a delinquere, droga, furti, estorsioni e incendi.

Da Roma è arrivata la sentenza che ha tirato fuori dagli impicci il cinquantenne Vincenzo Ferrara (difeso dall’avvocato Dino Milazzo) detto «Mangibu». Lui che in primo grado è stato condannato a 30 anni di carcere, poi in appello – era il luglio dello scorso anno – ha ottenuto un forte sconto di pena scendendo a 18 anni di reclusione. In quel procedimento la corte d’Appello nissena ha inflitto 19 condanne, con 4 assoluzione e un verdetto di prescrizione. E adesso la Cassazione ha ritenuto prescritti gli episodi di spaccio di droga a lui contestati mentre ha annullato la condanna per associazione a delinquere finalizzata proprio alla smercio di stupefacenti, ritenendo che la pena inflitta sarebbe superiore a quella inflitta.

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