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Inchiesta "Camaleonte" a Gela, i fratelli Luca rispondono al gip: "Siamo innocenti"

Amedeo Bertone

Hanno respinto le accuse e protestato la loro innocenza i fratelli Francesco Antonio e Salvatore Luca (detto Totò) e il figlio di quest'ultimo, Rocco, arrestati all'alba di lunedì mattina nell'ambito di un'inchiesta denominata "Camaleonte", condotta dal Gico della Guardia di Finanza e coordinata dalla Dda di Caltanissetta.

I tre sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio. Sono stati interrogati ieri alla presenza dei loro avvocati, Flavio Sinatra, Alfredo D'Aparo e Tonino Gagliano. I tre hanno detto di essere estranei a questa vicenda e di non aver avuto rapporti né con il clan Rinzivillo, né con altri clan, come invece sostengono gli inquirenti. Hanno invece sottolineato di essere vittime di estorsioni.

Gli altri cinque indagati verranno interrogati oggi. Si tratta di Francesco Gallo, genero di Totò Luca, Concetta Lo Nigro, moglie di Totò Luca e rappresentante di diverse aziende riconducibili alla famiglia, Emanuela Lo Nigro, sorella di Concetta e prestanome della famiglia Luca, Maria Assunta Luca, figlia di Totò Luca e socia in molte aziende della famiglia e Giovanni Giudice, primo dirigente della polizia.

Otto le ordinanze cautelari eseguite dal Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura nissena diretta dal procuratore Amedeo Bertone e dai sostituti Pasquale Pacifico e Nadia Caruso.

L'articolo completo nell'edizione della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia di oggi.

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