La procura vuole che siano processati per avere spillato soldi a un imprenditore. Uno che non avrebbe potuto dire di no, perché a battere a cassa - secondo gli inquirenti - sarebbero stati i Cammarata di Riesi. E non solo uomini ritenuti legati allo stesso clan, ma proprio la famiglia di sangue del boss cinquantottenne Francesco Cammarata (difeso dall'avvocato Danilo Tipo), uno dei cosiddetti «fratelli terribili» di Riesi.
E con il capomafia, tra le pieghe di quella stessa operazione nata da indagini dei carabinieri Nucleo investigativo sotto il coordinamento della Dda nissena, sono finiti in carcere anche moglie e figli, oltre ad altri sospetti fiancheggiatori.
Per tutti loro il sostituto Maurizio Bonaccorso ha chiesto il rinvio a giudizio per estorsione continuata ed aggravata dai metodi mafiosi ai danni di un imprenditore riesino. L'istanza a fine mese andrà al vaglio del gup Valentina Balbo.
L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.
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