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Gela, stiddaro neutralizzato: dovrà scontare la pena in una casa lavoro

Per anni è stato ai vertici della Stidda. Ha dato ordini, ha imposto il pizzo, ha messo le mani sul fiorente affare dello spaccio e traffico di droga, ha avuto a sua disposizione armi e soldi. Per anni è stato anche detenuto al 41 bis e solo lo scorso 2 novembre aveva riassaporato il profumo della libertà.

Paolo Di Maggio, 59 anni, boss storico della Stidda, adesso dovrà passare altri due anni della sua vita in una casa lavoro. Sono stati i poliziotti del commissariato di Gela, ad eseguire il provvedimento emesso dall'ufficio esecuzioni penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cuneo, in applicazione ad un'ordinanza emessa dall'ufficio di sorveglianza dello stesso Tribunale, che ha disposto nei confronti del boss gelese la misura di sicurezza della casa lavoro per un paio di anni.

Di Maggio è finito in una casa lavoro perché, secondo quanto evidenzia l'ufficio di sorveglianza di Cuneo, si tratterebbe di un soggetto socialmente pericoloso. Inoltre, il provvedimento, è stato emesso tenendo in considerazione diversi provvedimenti applicativi disposti con sei distinte sentenze emesse nel tempo dalla Corte d'Appello, dal Tribunale di Caltanissetta e dal Tribunale di Gela. Il boss gelese, negli anni, è stato condannato, per diversi reati.

L'articolo nell'edizione di Caltanissetta del Giornale di Sicilia

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