Un uomo di 37 anni, Francesco Giovanni Giudice, è morto nel primo pomeriggio per un arresto cardiaco al pronto soccorso dell’ospedale «Vittorio Emanuele» di Gela. L’uomo è stato accompagnato in ospedale domenica sera ed i medici, dopo aver accertato una emorragia ne hanno disposto il trasferimento presso il reparto di Gastroenterologia dell’ospedale Raimondi di San Cataldo. Qui i medici hanno installato dei pic per tamponare l’emorragia. L’intervento sembrava essere riuscito. Non c'erano posti letto all’ospedale di San Cataldo così l’uomo è ritornato all’ospedale gelese. Anche qui nessun posto letto così è stato ricoverato in astanteria dove veniva monitorato dagli infermieri. Lo stato di salute di giudice è peggiorato ulteriormente e nel primo pomeriggio di ieri ha avuto un arresto cardiaco. I carabinieri hanno preso la cartella clinica dell’uomo che già soffriva di alcune patologie. Anche il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Caltanissetta, Alessandro Caltagirone, ha avviato un’inchiesta interna. "Il paziente - spiega Caltagirone, che ha parlato con il direttore dell’ospedale, Luciano Fiorella - è arrivato ieri pomeriggio con mezzo proprio al pronto soccorso di Gela con dolore addominale. Gli è stato assegnato il codice verde. Passata mezz'ora il paziente ha manifestato altri sintomi: ematemesi (vomito di sangue proveniente dall’apparato digerente) e per questo gli è stato assegnato i codice giallo e, stabilizzato, è stato accompagnato in ambulanza, con rianimatore a bordo, al reparto di Gastroenterologia del Maddalena Raimondi di San Cataldo, dove è stato sottoposto a Egds dalla quale è emersa la presenza di ulcere sanguinanti in corrispondenza del cardias. I medici hanno provveduto ad una infiltrazione perilesionale di adrenalina con successiva apposizione di endoclips con arresto del sanguinamento. Alle 4,45 il paziente faceva rientro al pronto soccorso di Gela e veniva tenuto in osservazione in astanteria, in attesa del posto letto. Alle 12,30 di oggi ha cominciato a presentare sintomi di bradicardia e il medico di guardia si è attivato in attesa che giungessero, dopo qualche minuto, il rianimatore e il cardiologo". "Sono state effettuate - conclude - le manovre Acls con ripresa dell’attività cardiaca dopo 25 minuti circa dall’arresto. Il paziente, intubato e collegato al ventilatore, è andato in terapia intensiva. Dopo un nuovo arresto cardiaco e nonostante le manovre di rianimazione è deceduto alle 14. Il paziente nel marzo scorso era stato ricoverato in rianimazione per simili manifestazioni di ematemesi massiva per poi essere trasferito in psichiatria".