Non è stato un errore umano a provocare la tragedia del 118. Quella che poco più di otto anni fa ha causato la morte del copilota dell'elisoccorso partito dal «Sant'Elia» e il grave ferimento di altri tre viaggiatori. Lo ha sancito il verdetto del giudice che, alla fine, ha assolto l'esperto pilota dell'elisoccorso precipitato nelle campagne di Mineo nel novembre di nove anni fa.
Cadono le contestazioni a carico del cinquantenne Luca Troja (assistito dall'avvocato Gildo Ursini) che, secondo l'accusa, si sarebbe macchiato di un errore di pianificazione del volo. Ma alla fine il tribunale di Caltagirone presieduto da Giovanni Scibilia (a latere Daniela Vecchiarelli e Daniela Pistorio) lo ha giudicato non colpevole.
Alla fine del dibattimento è emerso che a causare la tragedia sarebbe stata una «avaria latente» dell'autopilota. In pratica il sistema automatico non si sarebbe innescato, «nonostante sia stata seguita la giusta procedura» - ha osservato l'esperto nominato dalla difesa, l'ingegnere aerospaziale Francesco Di Blasi di Torino - così da non fare salire di quota il velivolo.
L'articolo nell'edizione di Caltanissetta del Giornale di Sicilia
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