Salta fuori il piccolo giallo della Tac che non si trova. La copia dell'esame strumentale eseguito al cranio della vittima, infatti, non sarebbe mai stata depositata nel fascicolo della procura. E neanche il Policlinico di Palermo avrebbe copia negli archivi, pur avendo l'obbligo di conservazione per dieci anni.
Le singolarità sono state fatte emergere in aula dai legali che assistono i familiari del giovane medico Aldo Naro di San Cataldo, venticinquenne al momento della tragedia che s'è consumata la notte di San Valentino di quattro anni fa all'interno della discoteca «Goa», di via Lanza di Scalea, a Palermo.
Così il contenuto di ieri dell'udienza del processo che si sta celebrando con rito ordinario, dinanzi il giudice Sergio Ziino, che vede sul banco degli imputati Massimo Barbaro, proprietario della discoteca teatro della tragedia, accusato di favoreggiamento personale e, ancora, il quarantottenne Francesco Troia (difeso dall'avvocatessa Salvina Pantuso) e il ventottenne Antonino Basile (difeso dall'avvocatessa Francesca Russo), che sono tirati in ballo per l'ipotesi di rissa aggravata.
L'articolo nell'edizione di Caltanissetta del Giornale di Sicilia
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia