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San Cataldo, agenti aggrediti da detenuti: protesta la polizia penitenziaria

Ancora un caso di aggressione all'interno di un carcere siciliano. A denunciare quanto accaduto ieri a San Cataldo è stato Calogero Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

Un gruppo di detenuti si sarebbe opposto ad una perquisizione delle celle da parte di alcuni agenti, brandendo manici di legno ricavati da tavoli e scope. Sarebbe quindi scaturito un momento di tensione con uno scontro ma gli agenti sono riusciti a fermare i più facinorosi e a riportare la calma.

"Dalla perquisizione - racconta Navarra - sono emersi telefoni cellulari. Sono stati momenti di grave tensione, con una pericolosa contrapposizione tra detenuti ed Agenti che sono però stati bravissimi a contenere i più violenti tra i ristretti. Il grave episodio avvenuto nel carcere di San Cataldo".

"I detenuti evidentemente sono convinti non di essere in un carcere a scontare una pena ma in un albergo, dove - continua - pensano di fare ciò che preferiscono perché evidentemente la risposta penale e disciplinare nei suoi confronti è sterile ed inefficace".

"La situazione nelle nostre carceri resta allarmante e la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione", dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

"Il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria - continua - poco e nulla hanno fatto per porre soluzione alle troppe problematiche che caratterizzano la quotidianità professionale dei poliziotti penitenziari: ma non si può continuare a tergiversare! Non si perde altro prezioso tempo nel non mettere in atto immediate strategie di contrasto del disagio che vivono gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria è irresponsabile. E per questo scenderemo presto in piazza per denunciare lo stato di abbandono in cui ci troviamo! Rinnovo il mio appello al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: se ci sei, batti un colpo!”.

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