Non sono simulatori. A queste conclusioni è arrivato il giudice al termine dell'istruttoria dibattimentale a loro carico. Sì, perché alla fine ne sono usciti indenni. Così per tre imputati accusati di truffa ai danni di una compagnia assicurativa. Peraltro, alla fine, il terzetto non avrebbe neanche incassato nessuna somma di denaro.
Il verdetto è stato emesso dal giudice Nadia Marina La Rana nei confronti del ventisettenne Denise Giglio che sarebbe stata alla guida dell'auto che avrebbe travolto un pedone, il trentanovenne Fabio Giglio proprietario dello stessa utilitaria e il cinquantunenne Michelangelo Volo, colui che sarebbe stato investito (assistiti dagli avvocati Maria Francesca Assennato, Walter Tesauro e Rosalba Impaglione).
Nei loro confronti, alla fine dell'istruttoria dibattimentale, anche il pubblico ministero ha chiesto un verdetto di non colpevolezza, seppur con formula dubitativa. Perché, sostanzialmente, non si sarebbe raggiunta la prova dell'avvenuto accordo tra le parti per imbrogliare la compagnia assicurativa.
E anche la difesa ha chiesto l'assoluzione. L'avvocatessa Assennato, per la posizione di Fabio Giglio, perché sarebbe stato estraneo alla vicenda anche se a lui era intestata l'auto. L'avvocato Tesauro per Volo perché i referti medici dimostrerebbero che il suo assistito ha riportato realmente ferite. E anche per il terzo imputato la tesi a discolpa è culminata in una proposta assolutoria.
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