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Abuso d'ufficio, sindaco e ex sindaco di Niscemi rinviati a giudizio

Rinvio a giudizio per il sindaco e l'ex sindaco di Niscemi. Dopo che la commissione d’inchiesta prefettizia, per oltre sei mesi, ha valutato gli atti amministrativi della giunta guidata dall’ex sindaco Francesco La Rosa, la Procura di Gela ha chiuso le indagini e ha chiesto il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio ed omissione per l’ex sindaco La Rosa, l’attuale primo cittadino Massimiliano Conti (che nella giunta La Rosa era stato per un periodo assessore ai lavori pubblici) oltre che per altri amministratori e funzionari dell’ente. Nel calderone giudiziario sono finiti anche 15 imprenditori che avrebbero fatto «cartello» per l’aggiudicazione degli appalti pubblici.

L’indagine della Procura di Gela trae origine dall’esito della commissione prefettizia giunta al Comune di Niscemi nel 2017, qualche giorno dopo il blitz antimafia "Polis" con il quale la Dda di Caltanissetta avrebbe smantellato il "patto politico mafioso con Cosa Nostra" che sarebbe stato messo in piedi per l’elezione comunale del 2012.

Nel giugno del 2017, all’indomani dell’insediamento del sindaco Conti (eletto al ballottaggio) fu emessa l'ordinanza cautelare tra gli altri a carico dell’ex sindaco sconfitto al ballottaggio La Rosa (imputato davanti al Tribunale di Gela) e l’ex assessore comunale Calogero Attardi di Gela.

Con l’indagine chiusa la Procura ha rilevato che la nomina di due legali è avvenuta attraverso una determina sindacale del 30 giugno del 2016 e non è stato stilata una graduatoria di valutazione dei titoli e del verbale di aggiudicazione.

Nomine, insomma, che sarebbero avvenute in maniera discrezionale (la procedura venne annullata dal Tar dopo il ricorso presentato dall’avv. Cinquerrui). Per questo episodio si contesta l’abuso d’ufficio e l’omissione. Questione differente è quella relativa all’aumento del canone mensile che la giunta comunale avrebbe stabilito di elargire alla Tekra. Da 155 mila euro mensili iniziali previsti con contratto l’importo è lievitato a 194 mila euro dopo una delibera di giunta.

Un "aumento in assenza di qualsivoglia circostanza imprevista richiesta dalla legge", evidenzia il Procuratore di Gela Fernando Asaro. In più per questa scelta non è stata coinvolta la Srr, cioè la società d’ambito. Nell’ambito della stessa indagine sono finiti nei meandri della giustizia 15 imprenditori per turbativa d’asta. Avrebbero creato un "cartello" per l’aggiudicazione degli appalti pubblici. Ciascun imprenditore partecipava in maniera autonoma agli appalti ma alla base "c'era un unico centro decisionale".

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