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Sistema Saguto, i giudici entrano in camera di consiglio: oggi la sentenza

Si avvicina la sentenza per Silvana Saguto. I giudici del tribunale di Caltanissetta sono entrati in camera di consiglio a cui oggi seguirà il verdetto nel processo sul cosiddetto sistema Saguto, anni di illeciti nella gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia con protagonisti, secondo l'accusa, l'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto, alcuni suoi familiari, amministratori giudiziari, docenti universitari, un colonnello in servizio alla Dia e l'ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo.

Saguto, che è stata radiata dalla magistratura, è accusata di associazione a delinquere, corruzione, falso e abuso d'ufficio. I pm Claudia Pasciuti e Andrea Bonaccorso ne hanno chiesto la condanna a 15 anni e 4 mesi. Prima che il tribunale si ritirasse per decidere c'è stata una breve replica dell'avvocato Sergio Monaco, legale ell'avvocato Gaetano Cappellano Seminara, amministratore giudiziario al quale, secondo l'accusa, il magistrato imputato avrebbe dato incarichi milionari in cambio di denaro e favori, come consulenze per il marito Lorenzo Caramma. Cappellano Seminara è accusato di corruzione. Per lui sono stati chiesti 12 anni e 3 mesi, per Caramma 9. In tutto gli imputati sono 15.

Per il professor Carmelo Provenzano, docente all'Università Kore di Emnna, secondo l'accusa altro amministratore giudiziario favorito dalla Saguto, sono stati chiesti 11 anni e 10 mesi, 6 anni per l'ex prefetto Francesca Cannizzo, accusata di concussione in concorso, 2 anni e 6 mesi per l'ex giudice della sezione misure di prevenzione Lorenzo Chiaramonte, accusato di avere dato un incarico a un amico; 10 anni e 11 mesi per l'amministratore giudiziario Roberto Nicola Santangelo; 2 anni per l'avvocato Walter Virga, a cui fu affidata, nonostante la scarsa esperienza, la gestione del patrimonio milionario degli imprenditori Rappa.

E ancora 6 mesi sono stati chiesti per Emanuele Caramma, figlio della Saguto che si sarebbe fatto scrivere la tesi di laurea dal professor Provenzano; 4 anni e 4 mesi per il docente universitario Roberto Di Maria; 5 anni per Maria Ingrao, moglie del professor Provenzano; 4 anni e 6 mesi per Calogera Manta, cognata di Provenzano; 8 anni e un mese per il colonnello della Dia Rosolino Nasca. La Procura ha invece chiesto l'assoluzione per Vittorio Pietro Saguto, padre dell'ex magistrato accusato di aver riciclato il denaro illecito intascato dalla figlia e per l'amministratore giudiziario Gabriele Aulo Gigante.

La prima udienza è stata celebrata davanti al tribunale presieduto da Andrea Catalano il 22 gennaio del 2018. Oltre 70 i capi di imputazione. L'inchiesta prese avvio a Palermo da accertamenti sulla gestione di una concessionaria di auto sequestrata ai Rappa, imprenditori in odore di mafia, di cui era amministratore giudiziario l'avvocato Walter Virga, figlio di Tommaso Virga, magistrato ed ex componente del Csm.

La Procura di Palermo, visto il coinvolgimento di giudici del capoluogo, trasmise, come prevede la legge, gli atti a Caltanissetta dove, al termine di una lunga inchiesta, si ipotizzò l'esistenza di un sistema clientelare di assegnazione degli incarichi di amministratore giudiziario con al centro Silvana Saguto, pronta, secondo i pm, a dispensare nomine a un ristretto numero di persone, tra le quali lo stesso Walter Virga. Per la vicenda stati processati separatamente col rito abbreviato il giudice Fabio Licata, per anni nel collegio con la Saguto, condannato in appello a 2 anni e 4 mesi per falso, trasferito da Palermo per incompatibilità ambientale, e Tommaso Virga che è stato assolto dall'accusa di abuso d'ufficio.

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