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Caltanissetta, all'ospedale Sant'Elia operati 30 pazienti positivi

Sono una trentina ad oggi i pazienti Covid positivi operati nel blocco operatorio dell’ospedale Sant’Elia dall’inizio della pandemia. Blocco operatorio che fu inaugurato a dicembre dell’anno scorso e dove oggi operano chirurghi di nove differenti specialità che hanno dovuto fare i conti con un virus inaspettato e di cui inizialmente si conosceva davvero p o co. A raccontare come è cambiato l’approccio con i pazienti è Giovanni Di Lorenzo, direttore dell’Unità Operativa Dipartimentale ad indirizzo aziendale per il coordinamento delle sale operatorie di tutta la provincia.

«Nella prima ondata – spiega Di Lorenzo - eravamo tutti impreparati e temevamo moltissimo il contagio e quindi non si lavorava con la tranquillità con cui si lavora adesso, seppur sempre con grande professionalità. Nella seconda ondata si è compreso che, prendendo le dovute cautele, attraverso i dispositivi di protezione, il rischio di contagio è veramente basso. Anzi, il rischio di contagiarsi è molto più alto nei supermercati, dal barbiere o nei vari locali che non in ospedale dove oggi tutti i pazienti vengono sottoposti a tampone prima di essere portati in sala. Oggi sappiamo in anticipo – spiega il medico - se un paziente è un covid positivo o negativo. Per chi arriva in emergenza viene fatto il tampone rapido, che poi sarà confermato dal molecolare. Però se c’è una problematica tale, per cui il paziente è in imminente pericolo di vita ci accontentiamo del test rapido, e portiamo subito in sala il paziente, comunque con una certezza maggiore. Dopodiché quando si opera un paziente positivo, tutte quelle manovre in apparenza semplici, come ad esempio prendere un accesso venoso o anche semplicemente fare una carezza al paziente, diventano più complesse. Cambia sicuramente il rapporto medico-paziente perché il malato non riesce più a vederci in viso. Riusciamo anche a parlare con il paziente ma manca quello scambio di sorrisi che sarebbe d’aiuto prima di un intervento. Ovviamente cerchiamo di trovare altri modi per dare tranquillità».

L'articolo completo nell'edizione di Agrigento-Caltanissetta-Enna del Giornale di Sicilia.

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