A due anni dal trasferimento del magistrato Paolo Fiore a Torino, il tribunale di Gela resta ancora senza presidente sostituito, ad interim, dal capo della sezione penale, Miriam D’Amore.
Il Consiglio Superiore della Magistratura continua a prendere tempo per la nomina nonostante Gela resti uno dei territori a più alta densità criminale con tre cosche mafiose attive: «cosa nostra», «stidda» e «clan Alferi». A marzo la commissione Antimafia regionale aveva trasmesso una nota al vice presidente del Csm, David Ermini, e alla ministra della Giustizia Marta Cartabia per chiedere un intervento risolutivo in tempi brevi.
La commissione aveva evidenziato «come tale situazione di disagio si sommi alle già note criticità legate alle carenze della dotazione organica che da tempo affliggono il tribunale gelese». Criticità evidenziate anche dal presidente dell’ordine degli avvocati di Gela Maria Giordano.
«La endemica carenza di personale - aveva scritto in una nota - è stata più volte denunziata dall’avvocatura locale come aspetto non indifferente di una precaria architettura della giurisdizione di questo Circondario, non adeguatamente allineata ai bisogni di giustizia di un territorio già tristemente noto per la ferocia criminale degli episodi consumatisi, per la sempre costante presenza di fenomeni di criminalità organizzata e per la non troppo latente forma di illegalità percepita in ampi settori della società civile».
Caricamento commenti
Commenta la notizia