«Basta dire la verità e uno è tranquillo. Credo ancora e sempre nella giustizia. Io dico la verità per il resto non me ne frega. Se mi chiama la commissione nazionale Antimafia, io sono per le istituzioni e sono sempre disponibile a dare il mio contributo». E’ quanto ha affermato Antonello Montante, ex leader di Confindustria Sicilia, uscendo dall’aula bunker del carcere di Caltanissetta dove è in corso il processo sul cosiddetto «Sistema Montante» che si celebra, con rito abbreviato, davanti la Corte d’Appello nei confronti dello stesso Montante e di altri quattro imputati.
La prossima udienza è fissata per il 13 luglio e proseguirà con la deposizione di Montante. Ad assisterlo gli avvocato Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto.
«Spero che le querele - ha aggiunto Montante - arrivino in tempi brevi così potrò smentire, documenti alla mano e non a chiacchiere, tutte le falsità dichiarate contro di me».
«Tutti i presidenti di Confindustria d’Italia e i loro delegati si rivolgevano a Diego Di Simone, all’epoca responsabile della security di Confindustria nazionale per avere delle informazioni ma lui non svelava la fonte dalla quale le attingeva. Solo dopo abbiamo saputo che accedeva allo Sdi (Sistema informativo del ministero dell’Interno, ndr)», ha affermato il legale di Antonello Montante, l’avvocato Carlo Taormina, a margine del processo che si celebra con il rito abbreviato, davanti la Corte d’Appello di Caltanissetta, nell’aula bunker del carcere nisseno, nei confronti di Antonello Montante, ex paladino dell’antimafia e di altri quattro imputati.
«Anche Alfonso Cicero aveva la possibilità di chiedere informazioni, come ha riferito in passato lo stesso Di Simone. Ad alcuni accessi nello Sdi riguardanti informazioni su Iacuzzo, Di Vincenzo e Cortese corrispondevano poi cronologicamente delle denunce presentate da Cicero. Montante ha anche riferito di non sapere se poi Cicero avesse chiesto o meno queste informazioni. Dico solo che ad alcuni accessi corrispondevano cronologicamente delle denunce».
Alfonso Cicero, ex presidente Irsap Sicilia, assistito dall’avvocato Annalisa Petitto, è teste chiave del processo, parte offesa e parte civile. «Al pari di quanto già preannunciato alle scorse udienze, anche all’esito di quella odierna, l’imputato Antonio Calogero Montante - scrive in una nota Alfonso Cicero - sarà denunciato all’autorità giudiziaria anche per le quantità «industriali» di calunnie e menzogne e offese proferite ulteriormente oggi ai danni della mia persona».
Montante, in primo grado, è stato condannato a 14 anni per associazione finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico mentre Diego Di Simone, sempre in primo grado, è stato condannato a sei anni e quattro mesi.
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