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Caltanissetta, anche la Cgil tra le parti civili al processo per il delitto Siddique

La vittima si batteva per difendere dal caporalato i suoi amici pakistani. Numerose le associazioni che chiedono un risarcimento

Via San Cataldo, a Caltanissetta: il luogo in cui è stato ucciso Adnan Siddique

Ammesse tutte le parti civili, con qualche eccezione legata ai soli capi d’imputazione. Poi, il giudice, sciogliendo la riserva le ha inserite nel procedimento. Il resto è stata fumata nera per la mancanza dell’interprete. Questo è quello che è stato deciso, ieri, all’udienza preliminare per il delitto del trentaduenne pakistano Adnan Siddique, ucciso la sera del 3 giugno dello scorso anno in un’abitazione nel cuore del centro storico di Caltanissetta, per colpire il suo coraggio di fare da cassa di risonanza per le lagnanze di suoi conoscenti vittime di caporalato. In questa tranche sono in udienza preliminare il ventiquattrenne Bilal Ahmed e il ventottenne Muhammad Shoaib (assistiti dagli avvocati Rosario Di Proietto e Salvatore Baglio), pure loro pakistani come la vittima. Su loro pendono le accuse di omicidio, caporalato, associazione a delinquere mafioso finalizzato agli omicidi, sequestro di persona a scopo di estorsione, estorsioni, rapine, porto d’armi, lesioni personali e violazione di domicilio.

E ieri, prima di rinviare l’udienza a stamattina, il gup Valentina Balbo ha ammesso le parti civili che hanno avanzato richiesta. L’elenco comprende i familiari della vittima, il Comune, il Movimento volontariato italiano (avvocato Salvatore Patrì), due vittime di caporalato (avvocatessa Monia Giambarresi), l’associazione Proxima e altre persone offese (avvocati Adriana Vella, Jennifer Guarino, Graziano Baglio, Marco Lomonaco e Giuseppe Orlando), la comunità «I girasoli» di Milena e suoi ospiti (avvocato Giovanni Annaloro), la Cgil (avvocatessa Maria Ricotta), la Flai Cgil (avvocatessa Stefania Giambra) e una vittima di caporalato (avvocatessa Lia Minacapelli). Le posizioni dei due imputati – che presumibilmente saranno poi riunite alle altre – sono state stralciate per un vizio procedurale prima della precedente udienza preliminare. Perché avevano chiesto di essere ascoltati la ma loro istanza, in quel frangente, è stata ritenuta tardiva. E invece non lo era. Da qui il nuovo atto nei loro confronti ripartendo daccapo.

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